[ANPPOM-L] Livros de escritores que apoiam Cesare Battisti são proscritos e recolhidos das bibliotecas de Veneza

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Dom Jan 16 20:54:01 BRST 2011


caro Prof. Antunes, o Berlusconi vem não só citando reiteradamente  
frases de Mussolini como ainda adotando cada vez mais suas práticas  
fascistas,
fico triste por nossa querida Itália (mas com certeza dias melhores  
virão, com a crise econômica agora na próxima eleição haverá  
mudanças)...
abraços do Rubens Ricciardi

Citando Jorge Antunes <antunes em unb.br>:

> *Livros de escritores que apoiam Cesare Battisti são proscritos e recolhidos
> das bibliotecas de Veneza*
>
>  A Assessoria de Cultura de Berlusconi enviou uma circular a todas as
> bibliotecas de Veneza mandando remover das estantes todos os livros escritos
> por autores que apóiam Cesare Battisti.
>
> Os nomes dos escritores foram colhidos de um abaixo-assinado, em favor de
> Battisti, divulgado em 2004. Alguns nomes: *Valerio Evangelisti, Massimo
> Carlotto, Tiziano Scarpa, Nanni Balestrini, Daniel Pennac, Giuseppe Genna,
> Giorgio Agamben, Girolamo De Michele, Vauro, Lello Voce, Pino Cacucci,
> Christian Raimo, Sandrone Dazieri, Loredana Lipperini, Marco Philopat,
> Gianfranco Manfredi, Laura Grimaldi, Antonio Moresco, Carla Benedetti,
> Stefano Tassinari* e muitos outros.
>
> FONTE: http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=2572
>
> Da Venezia partono i roghi di libri. Vogliamo fare
> qualcosa?<http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=2572>
>
> Avvertenza preliminare: il caso Battisti qui è solo un pretesto. Non ci
> fosse stato quello, ne avrebbero cercato un altro. Ragion per cui, in questo
> post non si parlerà dello specifico di quella vicenda. Chi conosce soltanto
> la campana battuta a martello dai media e dai politici e volesse sentirne
> altre, può informarsi su Carmilla**. Chi vuole discuterne, è pregato di
> farlo altrove (la rete è piena di blog e forum). Come la pensiamo noi è
> sufficientemente noto, a suo tempo ne abbiamo scritto, soppesando ogni
> parola, sforzandoci di mantenere un equilibrio**. Ma oggi la questione è
> un’altra, come ha capito benissimo il collega *Carlo Lucarelli*, che ci
> manda questo messaggio:
>
> «Sul “caso battisti” – sia l’uomo che la vicenda – abbiamo posizioni
> differenti, ma quello che stanno cercando di fare con questa lista di
> proscrizione è veramente una porcata ed è pura censura del dissenso. Io non
> sono uno dei firmatari dell’appello pro Battisti ma sono disponibile ad
> appoggiare comunque qualunque iniziativa condivisibile nel contrastare
> questa squallida operazione da dittatura stupida.»
>
> E ora raccontiamo cosa sta succedendo.
>
> L’assessore alla cultura della provincia di Venezia,
> l’ex-missino-oggi-berlusconiano Speranzon, ha accolto il suggerimento di un
> suo collega di partito e intimerà alle biblioteche del veneziano di:*
> 1)* rimuovere dagli scaffali i libri di tutti gli autori che nel 2004
> firmarono un appello dove si chiedeva la scarcerazione di Cesare Battisti;*
> 2)* rinunciare a organizzare iniziative con tali scrittori (vanno dichiarati
> “persone sgradite”, dice).
> Il bibliotecario che non accetterà il diktat “se ne assumerà la
> responsabilità”.
> Si allude forse al congelamento di fondi, al mancato patrocinio delle
> iniziative, al mobbing, a campagne stampa ostili?
> La proposta ha avuto il plauso del COISP, un sindacato di polizia. Così il
> bibliotecario ci pensa due volte, prima di mettersi contro l’ente
> locale *e*le forze dell’ordine.
> Una cricca di “sinceri democratici” si sta già muovendo per estendere la
> cosa a tutto il Veneto, ed è probabile che l’iniziativa venga emulata oltre
> i confini regionali.
> Ecco cosa si può leggere sul “Gazzettino”**:
>
> «Scriverò agli assessori alla Cultura dei Comuni del Veneziano perché queste
> persone siano dichiarate sgradite e chiederò loro, dato anche che le
> biblioteche civiche sono inserite in un sistema provinciale, che le loro
> opere vengano ritirate dagli scaffali [...] Chiederò di non promuovere la
> presentazione dei libri scritti da questi autori: ogni Comune potrà agire
> come crede, ma dovrà assumersene le responsabilità. Inoltre come consigliere
> comunale a Venezia, presenterò una mozione perché Venezia dia l’esempio per
> prima [...] Scriveremo agli assessori regionali Marino Zorzato e Elena
> Donazzan, perché estendano l’iniziativa in tutto il Veneto.»
>
> Ora, il fatto stesso che uno possa *concepire* una cosa del genere indica
> che lo sprofondamento italico sta toccando nuove, nauseanti bassezze. Stiamo
> ormai trivellando il fondo della Fossa delle Marianne, circondati da pesci
> ciechi e deformi, in cerca dell’oscurità più oscura che possa prodursi
> nell’universo.
> Vogliamo stare in fondo alla fossa insieme a questi tetri, squallidi
> palombari della censura, o vogliamo impegnarci a riemergere?
> Lassù c’è il sole, per chi desidera rivederlo.
>
> Nella lista di proscrizione siamo in tantissimi: noi, Valerio Evangelisti,
> Massimo Carlotto, Tiziano Scarpa, Nanni Balestrini, Daniel Pennac, Giuseppe
> Genna, Giorgio Agamben, Girolamo De Michele, Vauro, Lello Voce, Pino
> Cacucci, Christian Raimo, Sandrone Dazieri, Loredana Lipperini, Marco
> Philopat, Gianfranco Manfredi, Laura Grimaldi, Antonio Moresco, Carla
> Benedetti, Stefano Tassinari e molti altri.
> Praticamente dovrebbero svuotarli, gli scaffali.
> E forse è quello che sognano.
>
> Ha ragione Quadruppani: non si può reagire con un’alzata di spalle, dire “è
> solo una provocazione”, consigliare l’indifferenza “per non fare pubblicità
> a certa gente”. A volte bisogna fare così, ma non sempre.
> Certo, questa è *anche* una provocazione, ma è soprattutto altro:*
> 1)* è una minaccia a un’intera categoria di lavoratori (i bibliotecari), che
> dovrebbero accettare un ultimatum autoritario e anti-costituzionale
> altrimenti la pagano cara.
> *2)* è un atto finalizzato a isolare e censurare scrittori e artisti in
> quanto “complici” del terrorismo. Un atto compiuto da un amministratore, una
> figura di potere che, agitando uno spauracchio per distogliere l’attenzione
> da altri problemi, si appella alle reazioni viscerali del “popolo”. Un atto
> che vuole intimidire e “mettere in riga” chi produce discorso pubblico.
> Come ha dichiarato il collega *Tiziano Scarpa*: «Così si colpisce la
> cittadinanza di uno scrittore, che è nella lingua e nelle sue opere.»**
>
> A questa schifezza dovremmo reagire tutti, non solo gli scrittori
> direttamente coinvolti o i bibliotecari direttamente minacciati.
> - Dovrebbero farsi sentire i cittadini, i lettori, *i frequentatori delle
> biblioteche*.
> - Dovrebbero farsi sentire *amministratori, forze politiche e associazioni
> di Venezia* e dei comuni circostanti.
> - Dovrebbe cercare di *scriverne* chiunque lavori nell’informazione o abbia
> un blog *et similia*;
> - Dovrebbe dire qualcosa l’*Associazione Italiana Biblioteche*.
> - Dovrebbero dire qualcosa i *sindacati dei dipendenti pubblici*.
> - Dovrebbero muoversi *gli editori*, anche legalmente, con querele e cause
> civili, a fronte di un’azione che procura loro danni materiali e morali.
> -  Andrebbero mandate *mail di protesta ai giornali* (non solo a quelli
> veneti), andrebbero affissi *volantini e lettere aperte* alle bacheche di
> biblioteche e sale di lettura.
> - Andrebbero *diffusi e linkati post come questo* (in calce al quale
> metteremo gli aggiornamenti sulla vicenda) e qualunque altro articolo, testo
> o video che informi su questo personaggio, sulle sue intenzioni liberticide
> e su eventuali iniziative dei suoi emuli e sodali.
>
> Alcuni degli scrittori finiti in lista nera (insieme ad altri che non ci
> sono finiti ma sono solidali) stanno discutendo, si stanno coordinando,
> stanno valutando quali azioni (anche legali) intraprendere. Ma se si
> muoveranno solo loro, la censura passerà. La minaccia è rivolta a tutti: a
> chi scrive, a chi legge, a chi ha a cuore la molteplicità dei punti di vista
> su *qualunque* argomento. Se sottovalutiamo l’iniziativa perché è stupida,
> si crea un precedente. E’ un’iniziativa* tanto più* pericolosa quanto più è
> stupida. Come acutamente fa notare il blogger* Mazzetta*, si intende
> affermare il principio secondo cui sarebbe perfettamente normale
>
> «applicare un filtro morale, selezionando i libri in base ai comportamenti
> degli autori e alla loro aderenza ideologica e politica al volere delle
> maggioranze di governo.
> Come se, un domani che Berlusconi dovesse cadere in disgrazia, qualcuno
> proponesse di bandire da tutte le biblioteche del regno i libri di quanti lo
> hanno sostenuto o difeso, come se le opere letterarie potessero e dovessero
> essere selezionate in base alle credenziali morali e politiche dell’autore.»
> **
>






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